All'improvviso, andamento lento
I capisaldi dello "Slow movement" per una vita in controtendenza rispetto alla velocità della società.
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.21 - 01 Settembre 2023
Nell’anno in cui nascevo Tullio De Piscopo portava a Sanremo “Andamento lento”: era il 1988, due anni dopo la protesta del gastronomo Carlo Petrini in occasione dell’apertura del fast food McDonald’s a Piazza di Spagna (Roma). Da questa protesta nacque lo “Slow food”, un movimento culturale internazionale che opera sotto forma di un'associazione senza scopo di lucro, il cui manifesto recita:
«Questo nostro secolo, nato e cresciuto sotto il segno della civiltà industriale, ha prima inventato la macchina e poi ne ha fatto il proprio modello di vita.
La velocità è diventata la nostra catena, tutti siamo in preda allo stesso virus: la vita veloce, che sconvolge le nostre abitudini, ci assale fin nelle nostre case, ci rinchiude a nutrirci nei fast food.
Ma l'uomo sapiens deve recuperare la sua saggezza e liberarsi dalla velocità che può ridurlo a una specie in via d'estinzione.
Perciò, contro la follia universale della fast life, bisogna scegliere la difesa del tranquillo piacere materiale.
Contro coloro, e sono i più, che confondono l'efficienza con la frenesia, proponiamo il vaccino di un'adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento.
Iniziamo proprio a tavola con lo Slow Food, contro l'appiattimento del fast food riscopriamo la ricchezza e gli aromi delle cucine locali.
Se la fast life, in nome della produttività ha modificato la nostra vita e minaccia l'ambiente e il paesaggio, lo Slow Food è oggi la risposta d'avanguardia.
È qui, nello sviluppo del gusto e non nel suo immiserimento, la vera cultura, di qui può iniziare il progresso, con lo scambio internazionale di storie, conoscenze, progetti. Lo Slow Food assicura un avvenire migliore.
Lo Slow Food è un'idea che ha bisogno di molti sostenitori qualificati, per fare diventare questo moto (lento) un movimento internazionale, di cui la chiocciolina è il simbolo.»
Dopo lo Slow Food, sono arrivati anche altri movimenti “Slow”, finché nel 1999 è stato aperto addirittura l’Istituto mondiale della lentezza da Geir Berthelsen, che inneggiava ad uno “Slow planet”. In quanto movimento, anche quello slow ha il suo manifesto letterario, che pare sia stato identificato nel libro “…e vinse la tartaruga. Elogio della lentezza: rallentare per vivere meglio” di Carl Honoré. La sinossi recita così:
Siamo tutti malati di ipervelocità, sindrome dominante del XXI secolo. Un occidentale adulto trascorre con i propri figli il 40% di tempo in meno rispetto a quanto faceva negli anni Sessanta, passa settantadue minuti al giorno in auto e mezz'ora alla settimana facendo l'amore. L'autore ha raccolto testimonianze in vari luoghi del mondo alla ricerca di un nuovo equilibrio tra il progresso tecnologico e la lentezza, di una ricetta per una vita migliore e più ricca. Da un workshop di sesso tantrico nei dintorni di Londra a Bra, nelle Langhe, città natale del movimento "Slow Food", passando per l'Oriente delle arti marziali "lente", il libro offre un manifesto che ribalta il concetto di velocità come valore assoluto.
Nel libro si parla anche di slow sex. Come vedete quindi stiamo passando al crivello gli aspetti più basici e gustosi dell’esistenza: il cibo, il sesso…
Nel mio ambito professionale esiste anche lo slow journalism perché la vita va veloce insieme al bombardamento mediatico, e anche i giornalisti ad un certo punto hanno cominciato ad annaspare. Se volete la mia, Substack è una piattaforma figlia di questa tendenza: molti giornalisti americani hanno lasciato le testate per cui lavoravano per coltivare la loro nicchia di pubblico, proprio perché stanchi di dover stare appresso alle solite news acchiappa click. Il lettore ha bisogno di leggere con calma, digerire la notizia. Diventa difficile se legge 100 cose al secondo. La frammentazione dell’informazione non è un tema solo dei nativi digitali, ma anche degli altri. Lato mio, a volte vado così di corsa da non avere minimamente la pazienza di ascoltare neppure un video per due minuti, figuriamoci una persona. Ecco perché in questo articolo prima del rientro in ufficio vi sto parlando della lentezza che caratterizza le vacanze e che - in parte - dovrebbe essere nostra alleata anche per gli altri 11 mesi dell’anno.
Il settembre dei buoni (e lenti) propositi
Ogni Settembre ha i suoi buoni propositi: il mio è quello di avere una vita decisamente più lenta, ed è un proposito che porto con me da anni. Ogni anno provo ad eliminare qualche impegno superfluo per avere più tempo, anche solo per pensare. La Pandemia mi ha anche velocizzato all’estremo il processo, tanto che ho passato l’ultimo anno a riabituarmi ad avere un ritmo di vita “normale”. Tra lo smart working e i contatti ridotti mi sono resa conto di aver perso veramente l’andamento del 2019.
E ora che abbiamo passato la prima estate senza mascherine, dobbiamo ricalibrarci: siamo tornati a fare “le nostre cose”, ma quanto è bello l’andamento lento? Questo hic et nunc, questo vivere il presente, non indica mica che deve durare tre secondi!
L’impegno è davvero sexy?
Mi è capitato di vedere su TikTok un intervento di Chiara Valerio in cui asseriva che la società ci sta facendo credere che avere impegni “è sexy”. Sembra quasi che più hai da fare, più sei emancipato, più sei figo. A mio avviso il più delle volte (e parlo per passata esperienza personale) essere sempre impegnati serve a non pensare o a non stare soli. Trovo molto più sano stare da soli a non fare nulla, che può tradursi col leggere un libro o vedere un film o anche svuotare un armadio, senza aver paura della solitudine o peggio, arrivare a sperimentare la FOMO, “fear of missing something” ovvero la paura di perdere qualche evento con persone conosciute, che di fatto è la paura di “essere tagliati fuori”. E quindi corri di qua, corri di là: vai a quel matrimonio a cui non vuoi andare per paura di essere giudicato male e quindi di essere escluso dalla vita di quella persona, corri con la famiglia, i colleghi, il partner. E la vita è passata. Nemmeno lo apro il capitolo sulla corsa di avere un figlio poi, per noi povere donne con la scadenza!
L’Intelligenza artificiale può aiutare la lentezza?
Mi sono chiesta se l’Intelligenza Artificiale possa aiutare la lentezza o distruggerla del tutto: riflettendo un po’ sono giunta alla conclusione che l’AI può velocizzare i processi automatizzandoli per lasciare più spazio di manovra alle persone. Esempio: nel report che ho scritto su Giornalismo e Intelligenza Artificiale emerge che l’AI deve lasciare libero il giornalista di fare le sue interviste e i suoi approfondimenti, mentre la macchina può dedicarsi a tutte le operazioni meccaniche e noiose per la raccolta e la distribuzione di notizie, specialmente data-driven (pensate al meteo, ai risultati delle partite). Mica vale solo per i giornalisti però. :)
Consigli non richiesti, ma spero utili
Libri
Sul mio comodino attualmente c’è un altro libro sul tema, “Elogio della lentezza” di Lamberto Maffei.
Film
Su Netflix c’è Zombie 100: cento cose da fare prima di non-morire, un film giapponese che denuncia con ironia le black companies e il superlavoro tramite la metafora dell’apocalisse zombi. Lo consiglio perché fa davvero riflettere sulla velocità con cui possiamo essere assorbiti in una relazione professionale tossica. Ne ho parlato anche sul mio sito alessiapizzi.it approfondendo il tema karoshi (la morte da troppo lavoro) e l’assenza di dati sul tema in Italia.
Documentari
Da settembre al cinema il documentario sulla poetessa Patrizia Cavalli, di cui vi parlo su poetessedonne.it. Che c’entra con la lentezza? Patrizia Cavalli ha una penna proprio da amante delle piccole cose, vede la bellezza dell’esistenza. Leggetela. Ricordatela.
Com’era dolce ieri immaginarmi albero!
Mi ero quasi in un punto radicata
e lì crescevo in lentezza sovrana.
Io ricevevo brezza e tramontana,
carezze o scuotimenti, che importava?
Non ero io a me stessa gioia né tormento,
io non potevo togliermi al mio centro,
io senza decisioni o movimento,
se mi muovevo era per il vento.
Patrizia Cavalli, da Sempre aperto teatro, Einaudi, 1999
La canzone
Sparse
Bandi letterari
Se scrivete, vi ricordo che è aperto il bando EquiLibri, di cui sono giurata e mediapartner. Se avete da tempo qualche scritto nel cassetto, prendetevi il tempo per rileggerlo e inviarlo.
Intelligenza artificiale
Se per avere più tempo da dedicare alle vostre cose, ne volete velocizzare altre, ho scritto due guide: una su come fare le slides con l’intelligenza artificiale e un’altra su come riassumere e studiare i pdf sempre con l’AI.
Cibo
Provate a cuocere una pesca in padella con acqua e cannella e poi sbriciolare sopra la frutta secca. Non potete capì!
Letture e Video
Prosegue la newsletter Female Voices con un approfondimento su Oriana Fallaci. Se vi interessa la scrittura femminile, sapete dove trovarmi! Lascio anche l’ultimo video che ho realizzato con un approfondimento sul primo autore della storia, che di fatto è un’autrice della Mesopotamia: Enheduanna.