All'improvviso, spazio al tempo
In fisica per spaziotempo, o cronòtopo, si intende la struttura quadridimensionale dell'universo. E nella vita, invece?
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.10 - 19 Giugno 2021
Ho dato a questa newsletter un nome in antitesi col suo significato. Ex abrupto, che dal latino si traduce “all’improvviso”, dovrebbe essere tutt’altro che un’attività improvvisa. Ho scelto Substack proprio perché pretendevo spazio per il tempo. Oddio, un’altra frase che sembra unire due elementi antitetici: lo spazio e il tempo.
Secondo Wikipedia:
In fisica per spaziotempo, o cronòtopo, si intende la struttura quadridimensionale dell'universo. Introdotto dalla relatività generale, è composto da quattro dimensioni: le tre dello spazio (lunghezza, larghezza e profondità) e il tempo, e rappresenta il "palcoscenico" nel quale si svolgono i fenomeni fisici.
E invece no, io vorrei spazio per il tempo. Paradossalmente, gli anni in cui siamo stati più forzatamente immobili, sono stati anche quelli in cui abbiamo corso di più. Con il lavoro, per chi ha continuato a lavorare e faceva solo quello, e con la mente.
Più il tempo ha spazio, più la mente corre. Per questo quando sei ansioso e pensi troppo tutti ti consigliano di andare in palestra, di fare cose creative. Anche gli psicoterapeuti consigliano di fare cose creative: crescere le piante, scrivere, dipingere, ritrovare le passioni dell’infanzia.
Ebbene, perché dovrei dare spazio al tempo ora, proprio ora che le regioni sono bianche, che il coprifuoco è finito. Tutti corrono fuori a “fare serata”, mentre io cerco spazio per il tempo. Non so se rivoglio indietro quello che ci ha tolto la Pandemia, esclusa la libertà.
Mi ha tolto molte cose a cui tenevo, ma mi ha tolto anche molto del superfluo. Mi ha tolto talmente tante cose che ora non so più bene cosa mi piace, e non mi dispiace. Potrebbe essere una sensazione che crea smarrimento all’inizio, ma la verità è che la decostruzione mi ha sempre intrigato.
Ogni volta che nella vita pensiamo di sapere tutto, mediamente non sappiamo un cazzo. Faccio un esempio. Io non ho mai fumato, non mi piace. Sarà che mio padre, stremato dalle mie richieste, a cinque anni mi ha traumatizzata con un tiro di sigaretta, ma non ho mai gradito, neppure da adulta. Ho certamente provato, ma l’ho trovato inutile oltre che poco piacevole. Eppure, dal 2020, a volte mi immagino con una sigaretta in mano. Credo sia successo dopo aver visto qualche bel documentario su Oriana Fallaci, di cui sarà online uno speciale il 29 giugno 2021 su CulturaMente.
Non so quale messaggio mi abbia mandato quella donna con la sigaretta in bocca, eppure ha scatenato dentro di me qualcosa: un’immagine di donna impegnata, di donna che se ne frega, l’incarnazione di chi sa il fatto suo, specialmente se pensiamo che Oriana fumava anche con un tumore ai polmoni. Il messaggio è che anche io vorrei fregarmene, anche io vorrei ricordarmi come si fa a camminare davvero sulle proprie gambe. Ma davvero, non per finta. Serve tempo per riuscirci, e c’è troppo poco spazio per il tempo.
Ma che stress questi social network che corrono, queste vite da allestire, queste vittorie da portare a casa. Ma non sarebbe meraviglioso godere delle piccole cose e credere davvero che con un battito di farfalla possiamo cambiare il mondo?
Farfalla, dal greco phsyché, significa anche “anima, soffio vitale”. Si tratta dall’animale della morte, intesa come mutazione. Prima del Covid-19 ero circondata da farfalle: aspettavo una grande mutazione. Si poggiavano sul mio corpo, camminavano nella mia casa, mi aspettavano nella pausa caffè, anche a terra. La mutazione è arrivata, non so se per tutti noi, però.
Io guardo la vita e penso che passiamo il tempo occupare spazi, che è lo spazio il “palcoscenico”, mentre dovremmo dare spazio al tempo. Allora, mentre scrivevo a penna sul mio diario, poco fa, ho iniziato a rallentare. Io scrivo malissimo, veloce, disordinato. Ho iniziato a scrivere ogni lettera piano, sempre più piano, e pensavo che da bambina mi sentivo grande se scrivevo veloce, e che da grande vorrei tornare a scrivere piano, come quando ero bambina.
“Passerò il mio tempo a scrivere ogni lettera piano,
sempre più piano,
per insegnare al tempo che non si corre,
che il tempo lo decido io,
che il tempo è mio.”
Prendo tempo: non l’ho mai fatto. Potrebbe diventare una buona abitudine: questa newsletter è nata proprio così. Ho iniziato anche a svuotare gli spazi in cui vivo per lasciare spazio al tempo. Con tutti questi oggetti intorno, come si fa a dare spazio al tempo?
Mia madre mi dice “vieni, andiamo a fare shopping” e io penso, ma perché? Perché devo comprare cose, io vorrei solo crogiolarmi nel tempo, giocare con le dimensioni, dimenticarmi di cosa sono fatta. E tu?
Un consiglio di lettura: Sette Brevi Lezioni di Fisica di Carlo Rovelli. Se ve le consiglia un’umanista potete fidarvi. A meno che non siate dei fisici. :)
Un consiglio cinefilo: Interstellar, il film più bello sul tempo, e sul suo significato.
Un consiglio musicale: Tieni il tempo, anche se odio gli 883.
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