All'improvviso, la petizione contro Sanremo 2021
Amadeus cerca figuranti conviventi e "tamponati" per popolare lo show. Parte la petizione su change.org: la legge è uguale per tutti?
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.5 - 25 Gennaio 2021
Ci provano. I teatri ci provano. In questi mesi più di una volta ho ricevuto (e ricevo ancora) inviti a seguire il teatro in streaming. Il punto è che la gente non vuole vedere il teatro così. I redattori di CulturaMente, famelici frequentatori di teatri, non ce la fanno.
Il Covid-19 non ha cambiato solo la vita, ma anche chi la vita la racconta.
Noi, ad esempio, che dello spettacolo dal vivo facevamo il nostro fiore all’occhiello, abbiamo dovuto ripiegare su altro. Ma un anno di cataloghi streaming fagocitati sul divano potevano arricchirci forse allo stesso modo?
No. E quindi, ad un certo punto, abbiamo smesso pure con lo streaming. Ci siamo ripiegati su noi stessi. Abbiamo iniziato a leggere di più, a scrivere più approfondimenti che recensioni. E abbiamo addirittura aperto un bookclub. Si chiama Postumi letterari. Abbiamo pensato che dopo una dose di cultura i postumi potrebbero essere la recensione del libro letto, una live insieme, due chiacchiere sul testo con i nostri follower.
Ci manca tanto andare a teatro con i nostri amici e commentare insieme lo spettacolo. Ci manca tanto andare al cinema e sussurrare commenti sul film. Ci manca condividere le nostre passioni insieme agli altri: molti componenti della redazione sono attori di teatro, musicisti, registi. Sappiamo bene di cosa parliamo: ma ci siamo adeguati, anche se a malincuore. Stiamo aspettando tempi migliori.
Il Covid-19 ci ha chiuso in una bolla. E cosa ci propone il palinsesto televisivo che già ci ingozza di Grande Fratello, Amici e Uomini Donne?
Il palinsesto televisivo, peraltro quello a pagamento, ci propone il Festival di Sanremo. Nemmeno la Pandemia è riuscito a bloccarlo. Potrei capirlo: si può trasmettere senza pubblico come qualsiasi altro programma. Eppure si sceglie di fare le cose in grande, si vuole il pubblico. Oltre trecento persone “sono possibili in platea”, mentre i teatri sono chiusi.
L’Italia del calcio, delle messe e del Festival di Sanremo.
Ma… il Festival di Sanremo non si tiene in un teatro? Eh, sì… presso il teatro Ariston. E allora… perché l’Ariston sì e gli altri no?
Amadeus già cerca i figuranti: conviventi e tamponati per popolare il teatro dal 2 al 6 marzo. Una data che sembra così lontana per chi di noi sta anche solo aspettando che le regioni riaprano i confini per rivedere i propri cari.
E invece no: secondo Amadeus abbiamo bisogno di uno show come si deve e lui è un esperto in materia. Il pubblico serve.
Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare di protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante (fonte, il Corriere.it)
Eppure, non la pensano tutti come lui. Primi su tutti proprio coloro che fanno dello spettacolo dal vivo la propria ragione di vita.
Claudio Bellumore, giovane direttore di coro e musicista, risponde lanciando la petizione su change.com a nome di tutti i professionisti dello spettacolo dal vivo: siamo quasi a 30mila firme, si punta alle 35mila.
Qui il link, tu cosa farai?
Equità fra il Teatro Ariston e tutti gli altri Teatri italiani
E se per La RAI offrirci il Festival di Sanremo col pubblico è un modo per farci riassaporare la normalità, mi verrebbe da dire che la normalità è molto sopravvalutata. O forse, non si è ancora capito bene di cosa si tratta, o cosa ci manca davvero.