All'improvviso, il vetro temperato
Una scusa per parlare di gentilezza quando ti fa piangere di commozione il solo pensiero di riceverla.
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.16 - 14 Novembre 2022
Una mattina di merda qualsiasi
Ore 8.30 sono sul treno regionale che mi porta in ufficio. Stanca, un po’ ansiosa e pure pesantemente turbata vedo le fermate che scorrono davanti ai miei occhi assonnati. Intorno a me facce simili: studenti sprofondati nella poltrona blu e una ragazza che fa la maglia mentre la invidio, perché giocare con quegli spuntoni senza uccidere nessuno forse potrebbe essere utile a volte. Insomma, è una mattina di merda di una settimana di merda, l’avrete capito.
Molto rumore per un iphone
Cattura la mia attenzione una voce adulta da ragazzo, ma con tono da bambino, che grida:
Ma quello è un iphone XXY?
Una “lei” altrettanto giovane risponde:
No, è un iphone XXX. Lo vuoi vedere?
Sì, io ho un YYX, vuoi vedere il mio?
Momento silenzioso di scambio telefoni, riprende lui:
sai cosa dovresti dire al tuo papà? Di mettere la copertina in vetro temperato così non ti si rovina…
Risponde lei:
hai proprio ragione
Prosegue lui:
se vuoi te lo scrivo così non ti dimentichi
Lei:
certo, va bene
A quel punto mi giro, e vedo il ragazzo scrivere l’appunto sul cellulare di lei che deve scendere. La ragazza in piedi riprende il telefono in mano e legge la nota. Poi gli dice con gentilezza che la nota “è perfetta” e, mentre se ne va, lui gli urla dietro felice:
Hai visto che bel consiglio che ti ho dato?
Dopodiché inizia a oscillare velocemente avanti e indietro sul sedile.
A lezione di gentilezza
In quel momento, io che mi ero voltata di spalle per seguire la scena, inizio a piangere lacrime incontrollabili, rendendomi conto che forse la ragazzina davanti a me sta pensando la stessa cosa che pensò una mia alunna di tanti anni fa quando mi misi a piangere mentre le spiegavo la parafrasi de I Sepolcri foscoliani, nel pezzo in cui le ossa del Parini giacciono accatastate in una fosse comune.
“Questa sta fori come un balcone”
E alla fine ci sta perché, se devo commuovermi così per uno scambio sul vetro temperato in treno, di gentilezza devo averne vista davvero poca intorno a me.
Mi dovrete scusare se non ho capito di che marca di iphone parlavano i due ragazzi durante la lezione di gentilezza che mi hanno involontariamente impartito e che io riporto a voi come memoria di raro tesoro.
Per farmi perdonare delle mie mancanze tecnologiche posso lasciarvi quel pezzo bello che Foscolo ha regalato al mondo, sottolineando l’importanza di una lapide per omaggiare chi ci ha amato e chi ci ha ispirato, dal Parini fino ai nostri cari, quando Napoleone con l’editto di Saint Claude sanciva l’esatto contrario. Ed è un pensiero gentile quello di Foscolo, e anche patriottico, che va oltre la religione per indagare quella “corrispondenza di amorosi sensi” che si instaura tra il vivo e il morto.
Alla fine che importa se il morto non ci sente, quando comunque ci ispira? Da qui la necessità di avere vicini e riconoscibili i nostri morti, come ultimo atto di gentilezza soprattutto verso la società, che può trarre ispirazione dalle sepolture dei grandi.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende. E senza tomba giace il tuo
sacerdote, o Talia, che a te cantando
nel suo povero tetto educò un lauro
con lungo amore, e t'appendea corone;
e tu gli ornavi del tuo riso i canti
che il lombardo pungean Sardanapalo,
cui solo è dolce il muggito de' buoi
che dagli antri abdüani e dal Ticino
lo fan d'ozi beato e di vivande.
O bella Musa, ove sei tu? Non sento
spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume,
fra queste piante ov'io siedo e sospiro
il mio tetto materno. E tu venivi
e sorridevi a lui sotto quel tiglio
ch'or con dimesse frondi va fremendo
perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio
cui già di calma era cortese e d'ombre.
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini? A lui non ombre pose
tra le sue mura la città, lasciva
d'evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l'ossa
col mozzo capo gl'insanguina il ladro
che lasciò sul patibolo i delitti.
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l'úpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerëa campagna
e l'immonda accusar col luttüoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obblïate sepolture. Indarno
sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade
dalla squallida notte. Ahi! su gli estinti
non sorge fiore, ove non sia d'umane
lodi onorato e d'amoroso pianto.
Lascio un sondaggio sulla gentilezza prima della consueta condivisione di consigli non richiesti.
Se vuoi, raccontami nei commenti una tua esperienza di gentilezza.
Consigli non richiesti
Lettura scaccia pensieri:
La reincarnazione delle sorelle Klun: un thriller esoterico molto avvincente scritto dallo sceneggiatore e regista Manlio Castagna.
Poesie per il cuore:
Patrizia Cavalli, Vita Meravigliosa. Una scoperta: l’edizione Einaudi tutta bianca è bellissima.
Serie imperdibile:
Il racconto dell’ancella. Basta, se non l’avete vista fino ad ora non siete davvero più giustificati: si tratta solo della serie distopica più figa degli ultimi 5 anni.
Pilates per smart worker imbruttiti
I Love Pilates Arese con Silvia, che mi ha salvato la schiena e anche l’umore.
Must have della vita:
Ho scoperto che grattugiare le verdure è una delle esperienze più appaganti di sempre, specialmente perché cuociono in 20 secondi. Provate con le zucchine e inizierete a grattugiare qualsiasi cosa. Con gentilezza, s’intende.