All'improvviso, la nuova Sirenetta
Dopo 34 anni di nuovo "In fondo al mar" tra nuove canzoni e nuove psicologie.
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.19 - 29 Maggio 2023
Attesissimo, ma comunque decisamente all’improvviso nella mia vita distratta e furiosamente veloce in questi mesi, arriva il live action de La Sirenetta. Un cartone che è sempre stato il mio preferito e da cui (forse?) dipende la mia ossessione per le sirene, soggetto preferito di quasi tutti i miei quadri. Certo, nella mia vita ci sono state a lungo anche le sirene di Ulisse, ma quelle sono decisamente più cattive della dolce Ariel.
Inclusività, realismo e politically correct
Insomma, la Sirenetta è nera, la madre di Eric è nera, Eric è stato adottato, Scuttle è femmina. Le figlie di re Tritone sembrano provenire tutte da posti del mondo diverso, portando in scena bellezze di varie nazionalità. I servi del palazzo sono sudamericani. Anche le traduzioni sono un po’ diverse: Ursula non chiama più Ariel “sgualdrinella” dopo aver boicottato il suo bacio con Eric nel laghetto. E sempre in quel frangente, le celebri parole della canzone “Baciala” sono state modificate per non far sembrare che Eric volesse baciarla senza il suo consenso.
Un live action all’insegna dell’inclusività, e questo può essere più o meno condivisibile a seconda dei gusti. Quello che è certo è il film è stato trend topic in vari dibattiti online proprio per alcune delle scelte effettuate:
ma la sirenetta sott’acqua come fa ad avere la pelle nera? Ma la sirenetta non era danese?
In aggiunta a questa esplicita attualizzazione, si aggiungono vari particolari più realistici (tipo Scuttle che si tuffa sott’acqua per mangiarsi un pesce) e un approfondimento psicologico del rapporto tra Ariel e Eric, uno dei principi forse più mammalucchi della storia Disney. In questo live action si tenta disperatamente di dargli un sogno (scoprire il mondo?) e una dignità - quest’ultima persa totalmente nelle nuove canzoni a lui attribuite. Sì, perché ora Eric canta pure. Mi riservo di ascoltare il film in lingua originale prima di condannare definitivamente le nuove canzoni, perché anche quella mezza rappata di Scuttle e Sebastian in italiano era davvero pietosa. Il doppiaggio stesso nelle canzoni spesso non era neppure sincronizzato.
Miti che tornano
Sembrava che volesse piangere, ma le sirene non hanno lacrime e per questo soffrono molto di più.
(C. Andersen, La Sirenetta)
Il mito apre il live action. O Meglio, una frase di Andersen apre il live action, seguita dalla scena dai marinai sulla nave che hanno paura delle sirene e le ritengono incantatrici pericolose sulla falsariga dei più celebri miti classici, in cui incarnavano il fascino che ammalia, il culmine dell’ingannevolezza attribuita al genere femminile. Il loro canto, da cui Ulisse (Odissea) e Orfeo (Argonautiche) sfuggono è quello che fa schiantare le navi sugli scogli: nella nuova Sirenetta il canto è taumaturgico, è così che Ariel salva Eric. In tal senso Ursula (la Suki di Una mamma per amica), priva la ragazza del suo potere togliendole pure la memoria di dover ottenere un bacio per restare umana: anche quello, del resto, sarebbe stato poco “correct”.
La Medea con il lieto fine
Quando Ariel piange su uno scoglio perché Eric sta per sposare la strega del mare, cambia le parole della celebre melodia “come vorrei…” e canta di non saper più dove tornare se non starà con lui. Emancipata o no, la nostra Ariel non è molto diversa da Medea, quando - nella tragedia euripidea - ricorda al traditore Giasone:
Dimmi: dove vado io ora? Alla casa di mio padre, che io ho tradita come ho tradito la mia patria per venire con te?
La voce come metafora dell’emancipazione
Una nota dolce e totalmente inaspettata, quella di Xavier Barden nei panni di Tritone (da Vicky Christina Barcelona ne è passato di tempo…), a cui viene attribuita probabilmente la battuta che resterà alla storia:
“Non dovevi dare via la tua voce per essere ascoltata”
Ed è qui che il live action de La Sirenetta mi ha fregata, proprio su quell’accorato finale in cui un padre accoglie le necessità della figlia e la lascia andare. All’avventura, s’intende: che nel 2023 non si dica che la principessa viene rinchiusa nel castello. Ed è così che Ariel e Eric solcheranno insieme i mari alla scoperta del mondo.
Tra qualche canzone cringe e qualche momento in cui sembrava di guardare una puntata della soap opera spagnola “Il Segreto”, La Sirenetta scorre, è bello ricordare ed è bello sognare.
"Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire"
(Italo Calvino)
…Vale anche per le favole.
Consigli non richiesti e a tema
Colonna sonora: Sirene, Levante
Libro: Atlante delle Sirene, Il Saggiatore
Video musicale: Electrical storm, U2
La favola: quella originale, da leggere
Applicazione: Sky Tonight (perché per sognare bastano luna e stelle). Che c’entra con La Sirenetta? Nel Live action Eric scopre il nome di Ariel guardando la costellazione dell’Ariete (“Aries”, molto simile ad Ariel).
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