All'improvviso, storytelling del Covid-19
Dal Social Media Manager di Taffo allo spot dei vaccini di Tornatore. È possibile raccontare correttamente il Coronavirus?
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.6 - 31 Gennaio 2021
Le basi di comunicazione di un Brand
Traduci in parole semplici il tuo linguaggio settoriale, sii utile (semplice)
Raccontati mostrando all’utente che sei vicino alla sua vita quotidiana (vicino)
Punta al cuore: e per farlo, usa anche i testimonial se serve (emozionale)
Che poi, sono anche un po’ le basi dell’eloquenza. Basta chiedere a Cicerone.
Probare, delectare, flectere
Esporre la propria tesi, farlo piacevolmente, coinvolgere l’ascoltatore. Lo scopo? Convincerlo! Cosa cambia oggi quando si cerca di veicolare l’acquisto di un prodotto? Assolutamente nulla.
Insomma, la comunicazione è piuttosto antica, e gli esperti lo sanno. Ci provo sempre a diffondere questo concetto, come si può notare in uno dei post social di Ploomia, agenzia in cui ho avuto il piacere di lavorare per un anno e mezzo.
La Pandemia non comunicata
Se c’è una cosa che ho biasimato al governo italiano sin dal principio è stata l’assenza di una corretta comunicazione della Pandemia.
Basti ricordare la mancanza di una guida agli scopi e agli utilizzi della mascherina. Io ho scoperto i dettagli guardando le storie di un mio amico su Facebook, vi ho detto tutto. Non a caso Fabio Brocceri lavora nella comunicazione. Forse ha intuito subito che c’era qualcosa che non andava.
Abbiamo bisogno di essere guidati step by step, sia che si tratti dell’acquisto della spesa online, sia che si tratti di capire un pericolo, specialmente se mai incontrato prima.
Essere chiusi in casa da un decreto perché “gira l’influenza Coronavirus” potrebbe non essere sufficiente per afferrare il livello di pericolosità, o meglio, per comprendere quanto tutti - potenzialmente - siamo pericolosi per gli altri.
Taffo docet
L’ha detto benissimo Riccardo Pirrone, Social Media Manager di Taffo, alle Iene, raccontando il Covid-19 come se fosse un Brand. E forse questa iniziativa potrà storcere il naso di molti, ma non il mio.
Perché la realtà dei fatti è che gli italiani non comprendono i DPCM, né i virologi quando parlano. Non comprendono perché le regioni sono gialle o arancioni in base all’indice RT, non capiscono che il numero di contagiati va di pari passo con quello dei tamponi. Non è un mistero che le testate stiano puntando su articoli che spiegano “cosa si può o non si può fare” in una determinata zona per triplicare il proprio traffico. Perché la gente, spesso, non lo capisce da una conferenza stampa. E quindi che fa? Cerca su Google!
Vi ricordate il caso dei congiunti?
Moltissime persone in questi mesi mi hanno chiesto perché non facevo una determinata cosa, sconvolgendosi quando riportavo loro le FAQ del Governo. Non perché le FAQ siano fatte male, ma perché alcuni non sanno nemmeno che esistono.
Il burocratese non giustifica di certo chi non rispetta i dettami dei DPCM, ma bisogna pure tenere conto che se molti “ci provano”, altri non capiscono proprio cosa possono fare e cosa no.
Parla come mangi, anche del Covid-19
In questa situazione tutti dovrebbero essere guidati e correttamente informati: bambini e anziani, persone digitalizzate e non. Pirrone dice:
chiamiamo Maria de Filippi, Piero Angela e Totti, facciamogli spiegare questo virus.
Mi sembra cosa buona e giusta. La televisione, Google e i Social Network: tutti ottimi strumenti per inseguire gli utenti oggi.
Su Facebook sono tartassata da Esselunga che vuole condurmi verso la spesa online. Ma perché non vedo nessuna sponsorizzata su cosa posso o non posso fare in base alla mia regione di appartenenza? Perché non ho mai visto un tutorial sulle mascherine?
Eppure, il sito delle FAQ governative espone una pagina facebook da seguire, quella di Palazzo Chigi. Forse una pagina Emergenza Covid-19, se proprio non si voleva usare quella istituzionale, si poteva anche aprire. Un canale di comunicazione ufficiale e semplice per aiutare gli italiani raccogliendo tutorial, infografiche e tutti i contenuti informativi raccontati con semplicità.
L’abbraccio di carta di Tornatore
Per la campagna dei vaccini è stato scomodato anche il regista Giuseppe Tornatore, che, con uno spot bellissimo, racconta il dolore di stare lontano dai propri cari.
Una donna abbraccia la nonna: a separarle un velo di plastica. Il video suggestivo è un invito a vaccinarsi per ritrovarsi con i propri cari al più presto. Un contenuto emozionale che fondamentalmente non informa, ma sicuramente ci ricorda tutto quello che abbiamo perso.
Ora forse ne faranno un altro per spiegarci perché ci hanno dimezzato le dosi…