All'improvviso, la realtà aumentata sul giornale
Anche il cartaceo ci costringe a tenere il cellulare in mano: il caso di Focus.
Ex Abrupto - All’improvviso, come tutto quello che conta
A cura di Alessia Pizzi
N.4 - 13 Gennaio 2021
Credo di aver comprato l’ultimo numero di Focus un paio di mesi fa. Certo, non sono una fedelissima, ma leggo sempre l’indice quando compro il giornale. Stavolta mi colpisce la grafica tutta rossa che invita a scaricare la app - mai considerata prima.
Per ovvi motivi professionali sono incuriosita, ma c’è qualcos’altro a scatenare il download: voglio capire che fine faranno i giornali cartacei. :)
Già, perché la app di Focus fornisce un approfondimento dell’articolo su carta: inquadrando il QR code dell’articolo si aprono delle storie parlanti da scorrere, come se stessimo su Instagram.
Nel mio caso, l’articolo che ho scansionato era quello sul numero di gennaio 2021 dedicato all’ornitorinco con la pelliccia fluo.
Una volta scaricata l’app, dando il consenso di accedere alle immagini, si scansiona l’articolo. Dopodiché si possono scansionare anche i vecchi numeri del giornale oppure scattare una foto da condividere sui Social Networks. (Bravi)
Navigando su Google scopro che la app già c’era nel 2017: mea culpa. All’improvviso quindi… vale per me e per chiunque non lo sapesse prima. :)
A questo punto, però, non posso non fare una riflessione sui giornali, che nonostante tutto resistono all’avvento del web, e quindi della versione digitale di se stessi e di altri milioni di competitors. Pensiero che diventa ancora più forte ora che il blogging è diventato una professione (nonostante certi giornalisti storcano ancora il naso) e avere un’area editoriale si è trasformata una grossa opportunità di guadagno anche per i Brand.
Benissimo, si punta sul contenuto. C’è un ma.
Il “ma” è una riflessione su quale tipo di contenuto. Molti ancora credono che il contenuto sul web debba essere breve e markettaro. Chi lo crede davvero non andrà molto lontano. Come sempre cito Wikipedia, che tra l’altro ha appena compiuto vent’anni, proprio per sottolineare quanto l’approfondimento sia fondamentale, quanto l’enciclopedia democratica sul web sia stata letta molte più volte di quella cartacea che invadeva di polvere le nostre camerette mentre aprivamo un tomo per “scrivere la ricerca di storia”. E quanto - soprattutto - il web abbia anche dato voce a quello che è stato taciuto per secoli (di questo ve ne parlo nel mio libro, però).
Eppure.
Piattaforme che gestiscono contenuti come WordPress propongono plugin di web-stories: una sorta di Canva per siti, dove puoi creare delle storie scorrevoli, come su Instagram, che raccontano con le immagini e linkano i contenuti del tuo sito. Io le sto testando su CulturaMente: hanno performance più alte degli articoli.
TAP - TAP - TAP: la conoscenza in meno di 10 secondi!
Questo mi ha portato a riflettere sulla linea editoriale, cosa che chiunque dovrebbe fare quando pubblica, sul web e non. Questo perché chi lavora su blog e siti sa che non ci sono orari per pubblicare e che, a volte, se non ci si ferma un attimo, si rischia di perdere il senso.
E mentre scrivo di queste web stories che sono degli articoli in dosi lampo, quindi un’esperienza informativa molto celere, penso ai siti dove è possibile vedere la durata di lettura di un articolo prima di aprirlo. Come se ormai sapessimo che il tempo non c’è. Che bisogna sbrigarsi. Che qualunque sia il messaggio, deve arrivare in fretta. Ora qualcuno di voi mi dirà che il tempo di lettura serve a sapere da subito se effettivamente abbiamo tempo di leggere quel pezzo in quel determinato momento. Che è una cosa pratica. Eppure, io non posso fare a meno di pensare che un po’ ci conforta vedere che quello che vogliamo sapere lo sapremo in 3 minuti.
E dunque torno a Focus. Perché la app di Focus propone più foto (tra l’altro raccontate a voce) di un articolo cartaceo? Perché mi sarei aspettata un rimando al sito, piuttosto? Ma no, evidentemente ci sono linee editoriali differenti con tempi differenti. E quindi si sceglie l’esperienza interattiva: nella maggior parte dei casi bisogna rendere utile l’app, ma soprattutto trovare un modo per farla scaricare perché nei report si contano i download. :)
A me comunque l’esperienza è piaciuta. Mi è piaciuto che il telefono mi raccontasse gli animali col pelo fluo, ma allo stesso tempo mi sono spaventata.
Perché c’è un motivo se acquisto il giornale cartaceo. Ed è sfogliare le pagine, staccarmi dalla schermo, dimenticare il cellulare. Avere un’esperienza immersiva, sì, ma con la lettura. E inizio a credere che non sia più sufficiente, perché anche quando tentiamo di staccare ci ritroviamo sempre con l’appendice di noi stessi in mano. Se non per nostra scelta, per consiglio altrui. Anche del giornale.
Poi nel dubbio ho controllato la settimana enigmistica e mi sono confortata vedendo che non ci sono QR code. Che miracoli può fare a volte la “normalità”.
P.S. Se volete vedere com’è fatta la web story…